
Gian Piero Tomasco
Anisoara
Terzo premio Narrativa
edita 41a edizione del "Premio Città di Cava de’ Tirreni "
anno 2025
Descrizione
Anisoara, ragazza romena cresciuta nella periferia di una grande città italiana, spinge la sua vita oltre i pregiudizi, oltre i pericoli, oltre le insormontabili difficoltà, sognando un futuro al di là di quei palazzi fatiscenti. Tuttavia, sopravvivere quando ciò che la circonda sembra essere stato costruito apposta per condannarla al fallimento non è facile.
In quell’ombrosa periferia della vita, che fine può fare un meraviglioso fiore, spuntato inaspettatamente tra l’asfalto disfatto e un muro diroccato, senza qualcuno che se ne prenda cura?
L'Autore
Gian Piero Tomasco nasce a Cava De’ Tirreni nel 1984, ma vive e cresce a
Casal Velino, nel cuore del Cilento. Completa gli studi presso l’Università
degli studi di Salerno, dove consegue una laurea in Scienze Politiche.
Appassionato di poesia sin dall’adolescenza, nel 2013 pubblica la sua prima
raccolta, Involucrum Vitae. Negli
anni successivi decide di cimentarsi anche nella prosa, viene quindi alla luce Anisoara.
Leggi l'incipit
«Dicono che gelerà
stanotte. Hai sentito le previsioni, Ani? Magari nevicherà!»
«Non nevicherà! Alla
fine, non nevica mai qui. Domani c’è sciopero dei mezzi e prendo la metro alle
7. Qualsiasi cosa sarebbe meglio della pioggia. Non ho voglia di iniziare la
giornata asciugando acqua vicino a quella stramaledetta finestra rotta!»
«Vedrai, se le cose
col nuovo lavoro vanno finalmente come dovrebbero, facciamo le valigie e
filiamo via di qui! Da questo vecchio appartamento, da questo quartiere, da
questa vita.»
«Certo, mamma!» disse
Ani ripensando a quante volte, negli anni passati, sarebbe dovuto andar bene
questo o quel lavoro; a quante volte lei stessa avesse pensato di fuggire via
da tutto, persino uscendo da quella finestra rotta del quarto piano.
E poi? E poi c’era
lei, Luiza, un casino di mamma. Un’intera esistenza di problemi, ma sempre
combattiva e inarrestabile, sempre bellissima e col suo vestito migliore, a dispetto
degli anni inclementi, dei mille lavori faticosi e degli altrettanti amori
disastrosi.
La parola alla Giuria
Anisoara è una giovane ragazza
romena che vive in una periferia degradata ma che, per un imprevedibile
intreccio del destino, si ritrova a frequentare ambienti altrimenti negati.
Ani, come la chiamano affettuosamente amici e conoscenti, è una giovane donna
bella e intelligente. Scrive meravigliosamente e fa della lettura il suo
personalissimo rifugio segreto. La cultura costituisce la spinta da cui ha
inizio il suo riscatto sociale e che svela il suo talento. È un bel libro,
pieno di patos e di messaggi positivi. Dice che anche nei contesti più
difficili è possibile trovare bellezza e ciò, soprattutto, se questa bellezza
si accompagna a cultura e intelligenza. Ma il destino si ripresenta crudele nel
finale più tragico che si potesse immaginare. L’autore dimostra che si può
affermare la propria personalità senza necessariamente rassegnarsi a un destino
infame fatto, senza scampo, di marginalità, di esclusione e di violenza. Ani è
cresciuta in un quartiere che avrebbe dovuto condannarla, nel quale le donne
come lei, in genere, si ritrovano per sopravvivere a vendere sé stesse e la
loro dignità per pochi spiccioli. Lei no! Lei ha saputo perseguire un suo
percorso di affermazione del talento, quello che alberga sempre in ognuno …
anche in chi non riesce a vederlo o a riconoscerlo. È l’apoteosi della
speranza, è l’affermazione che forse un mondo migliore può anche esistere, ma
anche un tragico destino che porta a una fine nefasta. Bisognerebbe non
arrendersi, cercare sempre la propria felicità e … crederci. Ani non pensava di
poter vincere quel concorso che le avrebbe poi consentito di accedere a un
mondo diverso, meno che mai quando si rende conto che la platea dei concorrenti
è molto vasta e partecipano giovani da tutta Europa. Figuriamoci se poteva
pensare che fosse selezionata proprio lei. Invece era andata così. Tante
lettere di apprezzamento sono arrivate alla sua preside persino da altri paesi.
Erano tutti messaggi positivi, grondanti di complimenti e di parole di
apprezzamento per la sua scrittura, oltre che di inviti a non disperdere quel
talento e accompagnarla a frequentare una prestigiosa università. Ma un
terribile finale lascia l’amaro in bocca. La sua ingenuità e bellezza violata
resta l’ultimo frame di questo bel libro che non intende lasciare il passo a un
altro finale, più atteso e più scontato. Insomma, un bel libro che vale la pena
leggere d’un fiato. Così come è raccontata la vita di Anisoara.
Walter
Di Munzio
Torna ai libri