Il teorema di Basaglia

Giuseppe Magnarapa

Il teorema di Basaglia

Premiato con Targa nella XXXVIII edizione del "Premio Città di Cava de’ Tirreni" – anno 2022

Descrizione

Roma, anni ’80. Una serie atipica di omicidi sconvolge la Capitale. Un medico, un intellettuale gay, un commissario di Polizia, un magistrato ed uno psichiatra vengono assassinati in modi e circostanze diverse, come se gli episodi criminosi non avessero nulla in comune. L’intuito e l’ostinazione di un Commissario, il successore di quello ucciso, giungono, invece, dopo aver scartato una serie di false piste, a formulare l’incredibile ipotesi di una relazione tra i delitti e la Legge 180 sulla chiusura degli ospedali psichiatrici, entrata in vigore qualche anno prima.

La storia si snoda attraverso le vicende del misterioso protagonista che, coinvolto nelle contestazioni sessantottine prima di approdare ad una vita medio-borghese, si ritrova a fare i conti con se stesso e con un oscuro passato.

L'Autore

Il teorema di Basaglia

Giuseppe Magnarapa è un Neuropsichiatra, romano di 75 anni.  Ha lavorato  presso numerose strutture pubbliche e private, Cliniche, Ospedali Psichiatrici, Carceri Civili e Militari. E’ stato Responsabile del servizio Ambulatoriale di Neurologia presso l’Ospedale Civile di Palombara Sabina  per dieci anni e del Dipartimento di Salute Mentale di Guidonia fino al 2007.

E’ autore di numerosi testi scientifici sulla Psicologia della violenza  e di saggi sugli interventi finalizzati a prevenirla, ma ha scritto anche racconti e romanzi  di genere thriller, horror e fantascienza.

BIBLIOGRAFIA NARRATIVA

Romanzi

“COMPLOTTO FINALE” Solfanelli Editore 1990

“I SOGNI DEGLI ALTRI” Genova Silver Press, 1995

“LA MORTE NON BASTA – OBIETTIVO BERLUSCONI” Roma Edizioni Associate, 2007

“L’ALTRO CAPO DEL FILO” Runde Taarn, 2008

“NGF – L’ULTIMO TRAPIANTO” Tabula Fati, 2009

“LA STANZA DEI GIOCHI” Arduino Sacco Editore, 2012

“UN ANGOLO DI PURGATORIO”  Solfanelli, 2013

“IL SENNO DEL POI” Ebury Publishing, 2015

“SINCERAMENTE VOSTRO, J. LO SQUARTATORE”  Aracne Editrice, Roma 2016

“PHOTOPHOBIA” Aracne Editrice, Roma 2017

“IL TEOREMA DI BASAGLIA” Bibliotheka Edizioni, 2020

Leggi l'incipit

CAPITOLO I

Si alzò dal letto, ancora barcollante a causa del Valium ingerito la sera prima e tirò verso di sé il primo cassetto del canterano, dopo averlo scrollato; il cassetto cedette di colpo e la bottiglia di VAT 69 rotolò al suo interno, andando a sbattere con un colpo secco. Lui la prese per il collo e, dopo averla stappata, la capovolse facendosi gorgogliare in gola due sorsi di liquido aspro.

Le mucose inaridite reagirono con violenti colpi di tosse, ma bastò poco, come al solito, perché tutto si calmasse, stemperandosi nella familiare sensazione di tepore avvolgente.

Adesso era anche in grado di prelevare dal comodino l’ultima Marlboro disponibile per quella notte. L’accese con religiosa cautela e osservò ad occhi socchiusi le volute azzurrognole vorticargli intorno, facendogli pizzicare le congiuntive arrossate: era la cura giusta, quella, alla faccia di chi sosteneva il contrario. Ma, ormai, erano rimasti in pochi ad obbiettare: da parecchio tempo, lui non parlava più con nessuno delle sue abitudini sbagliate e i suoi pochi interlocutori pensavano, probabilmente, che se ne fosse liberato; magari erano persino convinti di essere stati loro a dargli i giusti suggerimenti.

Schiacciò il mozzicone nel portacenere, prima di girarsi dall’altra parte: non aveva voglia di morire bruciato nel letto, ma neppure la forza di spegnere la luce: tra poco sarebbe arrivato il momento magico, quello in cui, sotto l’effetto combinato di alcool e nicotina, riusciva a recuperare il sonno, piatto e vuoto come un piano geometrico.

Mai si sarebbe aspettato di ricominciare a sognare.

Capolinea. Le porte dell’autobus si spalancarono con il sospiro dell’aria compressa e lui scese il primo gradino, aggrappandosi al sostegno metallico: era l’unico passeggero.

-Buonanotte, dottore … - disse il conducente.

-…… notte …!-

Il freddo si era fatto più penetrante; tirò su il bavero del cappotto, allacciandolo fino all’ultimo bottone e procedette col suo passo incerto, impacciato dalla sciatica. In cuor suo sperava che la cosiddetta dolce metà fosse andata a dormire; così, almeno, si sarebbe risparmiato la ramanzina serale.

Il portone distava non più di cinquanta metri e alle finestre del pianterreno, tutte le luci erano spente.

Il dottor Carpigiani frugò nella tasca e prese le chiavi: ancora una trentina di metri: il freddo era affilato come una lama e la ruggine della sua anca stridette dolorosamente, nonostante le cautele; si fermò, torcendo le labbra in una smorfia di disappunto: se la sciatica si fosse riacutizzata, lo avrebbe costretto a casa o, peggio ancora, a letto, alla mercé della dolce Caterina.

Lo scatto risuonò alla sua destra, secco come quello di un pezzo di legno rimbalzato sull’asfalto: armeggiò ancora con le chiavi, tenendo la testa affondata nel bavero, mentre l’ennesima folata gelida lo faceva rabbrividire.

E, all’improvviso, l’ombra gli fu davanti, poco oltre il portone.

-Chi è? Cosa vuole…?-

L’ombra non si mosse: era appena sfiorata dal cono di luce del lampione.

Carpigiani si fermò, incerto; non era un pauroso. Aveva fatto parte dei Corpi Speciali in guerra, ma adesso era vecchio e solo, in una strada deserta.

-Senta, se vuole soldi…-

Vide la vampata rossastra interrompere la continuità dell’ombra sconosciuta, ma non poté udire la detonazione.

Pochi secondi dopo la luce si accese al pianterreno e Caterina Carpigiani spalancò la finestra: vide solo qualcosa di scuro armeggiare per terra, ma non capì.

L’ombra si rizzò all’improvviso, sottraendosi al quadrato di luce apparso sull’asfalto e Caterina vide suo marito, supino a terra con le braccia spalancate.

Il suo urlo coprì completamente il rumore furtivo dei passi che si allontanavano.


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