
Giuliano Brenna
L’odore dei cortili
Secondo premio
Narrativa edita 41a edizione del "Premio Città di Cava de’
Tirreni " anno 2025
Descrizione
Arturo Sabatini, manovale a
giornata, grazie all’incontro con altri incredibili personaggi, tra cui una
bibliotecaria miope, un filosofo di strada, un architetto anarchico, un vecchio
rilegatore e un cane zoppo, decide di dedicarsi al progetto di costruire una
biblioteca, un luogo, cioè, capace di trasformare lo stato delle cose e
diventare un salvifico appiglio per quanti, pur a fatica, resistono in terra,
aggrappandosi ai fragili bordi dei sogni. A questo d’altronde servono i libri,
a sfogliare le storie infinite che uomini del mondo raccontavano ad altri
uomini dello stesso mondo, perché ognuno riconquistasse la propria vita con la
ragione e con la forza dell’innocenza. Una specie di miracolo, roba da tirarci
su un santuario.
L'Autore

Giuliano
Brenna è nato nel 1966 a Tradate, in provincia di Varese. La
sua grande passione è la lettura; l’opera proustiana ha un posto speciale tra
gli scaffali della sua libreria. Accanto alle lettere trova posto la passione
per l’enogastronomia, alcune sue ricette sono pubblicate nel volume Alta pasticceria – golosi tutto l’anno, curato da Valeria Arnaldi (2013). È cofondatore della
rivista letteraria libera LaRecherche.it di cui cura la sezione narrativa dei
“Libri Liberi”; in particolare ha curato le antologie proustiane dal 2010 al
2021; sulla stessa rivista ha pubblicato numerose recensioni. Ha tradotto le
poesie di Anna de Noailles, pubblicate su varie riviste e ne ha raccolto una
piccola selezione in un volume dal titolo Le passioni, LaRecherche.it, (2016).
Suoi racconti sono stati pubblicati su riviste on line e cartacee, tra cui
“L’area di Broca”, “Quaderni proustiani”; con il racconto L’orfanatrofio ha vinto il “Premio Città di Conza” nel
2018. Ha pubblicato: per LaRecherche.it, le raccolte di racconti Ricette in brevi storie (2007) e Luoghi comuni (2010); per Virginia Edizioni, il romanzo Briscoe Hall (2020)
Leggi l'incipit
Il fischio prolungato
del bollitore annuncia che l’acqua è pronta, Serena la versa adagio nella
tazza, dai minuscoli forellini del filtro si allargano volute ambrate che
tingono l’acqua.
L’aroma del tiglio si
spande nell’aria; passati alcuni minuti Serena solleva il filtro con le foglie
ormai esauste e lo mette sul piattino, porta la tazza alle labbra, fa una
piccola smorfia e la posa, vi aggiunge un cucchiaino di zucchero, gira piano
finché il piccolo vortice di cristalli si dissolve.
I pensieri rimbalzano
tra la tazza e il piattino: le sembra che le sue giornate siano diventate come
le foglie di tiglio, all’inizio fragranti, dense di profumo e promettenti un
gusto delizioso, ma col trascorrere delle ore le acque della vita ne
sottraggono l’essenza, fino a che, giunta la sera, si ritrova con una poltiglia
tiepida e amarognola.
La tisana la
rinvigorisce e le dà sollievo, la aiuta a scacciare i pensieri tristi; pensa a
Mattia, un vago sorriso le distende i lineamenti, le sembra che il figlio sia
capace, malgrado i suoi pochi anni, di riempire interamente il suo mondo.
Ma ora è un po’ preoccupata perché oggi
ha scorto una profonda tristezza nei suoi occhi.
La parola alla Giuria
Il romanzo L’odore dei cortili di Giuliano Brenna
si rivela un congegno narrativo ben oliato, in cui i singoli eventi e
personaggi, nonché tutti i tasselli del puzzle, raccontati da un narratore
onnisciente, finiscono con il corrispondersi.
È la storia di un giovane
dalla personalità abbandonica, che cerca di mettere insieme i pezzi della sua
vita, andata in frantumi a causa dell’assenza dei genitori (la madre viene
assassinata dalla polizia durante la dittatura salazariana); eventi fondanti,
rivissuti e raccontati a più riprese.
Il cronotopo è
storicamente e geograficamente ben individuabile: una città, Lisbona, (che
sembra un organismo vivente, caratterizzato dai profumi più intensi), al tempo
della Rivoluzione dei garofani.
Dopo una serie di rapporti furtivi, tormentati
dai sensi di colpa e visitati da sogni, Mattia (questo il nome del
protagonista) si rivela un personaggio dinamico che, mentre inizialmente vive
un’omosessualità nascosta, finisce, anche per l’intervento di alcuni
‘aiutanti’, per subire una metanoia diventando, da “foglio di carta”, persona
realizzata e felice.
Fabio Dainotti
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