
Concetta D’Angeli
Le rovinose
Primo premio Narrativa edita XXXVIII edizione del "Premio Città di Cava de’ Tirreni " anno 2022
Descrizione
Le rovinose si svolge in Italia nei sanguinari anni
del terrorismo. È la storia parallela di due ragazze che s'incontrano a Siena
durante gli studi universitari e poi vivono vite diverse e lontane. Due vite
animate da utopie, ambizioni, passioni, sconvolte da fallimenti e ossessioni
autodistruttive, raccontate in modi diversi. Rappresentandole, l'autrice
costruisce un quadro nitido e talvolta impietoso del nostro paese, dove vicende
private, spesso cupe, s'intrecciano coi fatti di più ampia portata che possiamo
ormai considerare Storia. In un linguaggio incalzante, colto e ironico, con
venature dialettali e della lingua di tutti i giorni, D'Angeli ci racconta la
nostra storia, fatta anche di sfide personali, violenze domestiche,
discriminazione e ribellione. Parte integrante del romanzo è la Cronologia che
dal 1976 al 1988 annota l'impressionante successione delle uccisioni quasi
quotidiane compiute da gruppi politici estremisti e dalla malavita organizzata.
L'Autrice
Nata a Cittaducale (Rieti) nel 1949,
Concetta d’Angeli vive a Pisa da quando vinse il concorso per la scuola Normale
Superiore; all’Università di Pisa insegnò poi Letteratura Italiana
Contemporanea e Drammaturgia Teatrale.
Come studiosa, si è occupata di fiaba, di
tradizione popolare e colta, di Autori del Novecento italiano e di scrittrici
italiane e straniere.
Ha scritto numerosi articoli su riviste
letterarie italiane e straniere, e i volumi Il comico, Contro la morale, la
ragione, la morte, Il Mulino 1999 (con Giudo Paduano); Leggere Elsa Morante,
Carocci 2003,; Forme della drammaturgia, UTET 2004;Coppia d’Arte: Dario Fo e
Franca Rame, Plus, Pisa University Press 2006 (con Simone Soriani).
Ha pubblicato due romanzi con Pacini
Editore: Tempo Fermo (2016) e I gatti ci guardano (2020).
La parola alla Giuria
Uno scavo nel profondo. Nel proprio intimo. Nel tessuto più interno del privato. Eppure un lavoro corale, a tratti storico, aperto al mondo e che può toccare l’animo di tantissimi. È proprio dentro questa struggente dicotomia la centralità de Le Rovinose. Le storie concatenate di due amiche che immerse in un preciso spaccato storico (1976-1988, da seguire la rigorosissima “Cronologia”) partendo da Siena attraversano l’Italia. E c’è tantissimo in questo lavoro letterario di Concetta D’Angeli (dove non ultimo elemento nutritivo della sua scrittura è il lavoro di saggista e italianista) c’è la violenza assurda del terrorismo, il sogno misto ad utopia, l’ansia del vivere quotidiano, i fallimenti, un ricchissimo nucleo al femminile (che accanto al procedere di Clara e Silvana donano un’ulteriore ricchezza a questo romanzo), e poi ancora il divorzio, l’aborto, gli amori, l’amicizia. Il tutto raccontato con uno stile di profonda consapevolezza letteraria che ben sa miscelare la narrazione tesa ed avvincente con una scrittura lieve, ironica e anche gioiosamente gergale e dialettale (ulteriore incisione a pastello per disegnare mondi, emozioni e geografie). Ma non c’è solo la grande narrazione in questo romanzo (con uno sguardo emozionato ma mai invadente alla
scrittura e all’idea di scrittura di Elsa Morante) c’è tantissimo cinema e anche una preziosa “tentazione” metalinguistica che rendono questo terzo romanzo della D’Angeli un capitolo importante della miglior letteratura contemporanea. Un romanzo, come ha notato più di un recensore, che potrebbe ambire alla definizione di “classico”. E noi questo auguriamo alla nostra autrice. Ma per ora l’invito è quello di immergersi ne La rovinosa lasciandosi trasportare dallo splendore di una scrittura che non teme di raccontare il buio della storia e dell’anima.
Alfonso Amendola
Leggi l'incipit
È buio e diluvia quando Silvana Guerrini tira giù la serranda del suo
negozietto di paralumi nel centro di Siena; fa freddo sebbene sia aprile, e
ancora diluvia quando sale sull’autobus per tornare nella periferia dove abita;
e continua a diluviare mentre lei, inzuppata e stanca, arranca per le scale del
suo condominio, e scuotendo l’ombrello che gocciola apre la porta di casa. Una
vicina s’affaccia sul pianerottolo, “Il postino ha lasciato una raccomandata
per te, ho firmato io la ricevuta”. Le porge una bustona cincischiata, con
indirizzi diversi cancellati e riscritti, deve aver girato parecchio, pensa
Silvana prendendola, sarà una grana, non ha voglia di aprirla infreddolita
com’è, e l’appoggia sul tavolinetto dell’ingresso. Accantonare i guai e far
finta di niente è un buon metodo per tirare a campare, l’ha imparato da tempo.
Alla busta non pensa più mentre accende il riscaldamento, s’infila le
pantofole, mette sul fuoco la frittata, riscalda le erbette aglio e olio, cena
in fretta, poi prepara il minestrone per la sera dopo, lava i piatti, dà una
spazzata alla cucina. Si risovviene della busta dopo essersi seduta davanti
alla televisione; con un sospiro si tira su dal divano, va a riprenderla, torna
a sedere, l’apre aspettandosi bollette, multe, la comunicazione del paventato
aumento d’affitto del negozio…
La busta contiene una risma di fogli scritti a mano e due biglietti. Tira
fuori il primo.
Booktrailer
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