Un uomo, uno solo...

Pietro Iadeluca

Un uomo, uno solo...

Menzione di merito nella 41a edizione del "Premio Città di Cava de’ Tirreni " anno 2025

Descrizione

Un romanzo crepuscolare che affronta con delicatezza infinita i temi della senilità e della vita che scorre inesorabile verso la sua inevitabile conclusione, con uno sguardo ammonitore verso il passato, mentre appare quasi superfluo rivolgersi al futuro ormai incerto e, soprattutto, breve. Questa è l’essenza di quest’opera postuma dello scrittore e musicista Pietro Iadeluca che è chiaramente autobiografica.

L'autore

Un uomo, uno solo...

Pietro Iadeluca, nasce a Roma il 28 agosto 1935, figlio di Armando (un orologiaio) e Gabriella Salvato. Nel 1943 frequenta la classe di fisarmonica "Prossa A. Clerici". Nello stesso anno a Roma, in pieno regime Fascista, partecipa ai "Ludi Giovanili", e pur avendo solo 8 anni (quindi appartenendo alla categoria "figli della lupa") viene vestito da "Balilla", in quanto considerato troppo bravo per partecipare al concorso con i suoi coetanei. Vince il concorso per quella categoria e viene premiato in un concerto al Teatro Argentina. Nel 1944 il musicista Umberto Giordano e l'ingegnere Filetti regalano a Pietro il suo primo pianoforte (marca Anelli); nel 1945 Victor De Sabata gli consiglia di studiare il pianoforte tralasciando la fisarmonica. Nel 1949 è tra i firmatari dell'atto costitutivo dell'A.GI.MUS. (Associazione Giovanile Musicale), i qualità di rappresentante delle scuole medie-superiori. Nel 1952 si diploma da privatista presso il conservatorio di Santa Cecilia con il massimo dei voti. Nel 1953 consegue la maturità presso il liceo classico Torquato Tasso in Roma. Gli anni successivi al diploma in pianoforte furono caratterizzati da diversi concerti sia come solista che da accompagnatore. Nel 1955 effettua numerosi concerti per conto dell'A.Gi.Mus. Nel 1956 è vincitore del concorso della RAI "1º Applauso" presentato da Enzo Tortora e Silvana Pampanini, nella cui commissione sono presenti Antonio De Curtis (in arte Totò), Franco Mannino e Maria Caniglia. Dal 1956 al 1973 lavora nella RAI in qualità di primo pianista, e in particolare dal 1962 al 1971 collabora con il coreografo Luigi Gregori, in arte Gino Landi. Nel 1972 apre la scuola di musica presso l'Istituto Don Orione di Avezzano (AQ), e pubblica il suo primo saggio, dal titolo "A che serve la musica?". Il suo grande amore per la musica di Claude Debussy, lo spinge a scrivere il "Saggio critico-interpretativo dei 24 preludi di Claude Debussy". Nel 2000 lascia la cattedra di pianoforte principale a L'Aquila, andando in pensione, e successivamente si dedica alla scrittura di romanzi (alcuni ancora inediti), la pittura, ma soprattutto la composizione. Dal 2001 al 2004 effettua numerose lezioni-concerto presso la facoltà di Ingegneria dell'Università di L'Aquila. Giovedì 27.09.2007 presso la Libreria "Liber.MenTE" vi è la presentazione del libro "la pozzanghera - trentotto racconti" edito dalla casa editrice Il Filo. Nel 2010 ha luogo l'ultimo concerto in pubblico di Pietro, in occasione dei 1600 anni dalla fondazione del convento, dove esegue davanti a un appassionatissima platea un concerto di più di 2 ore. In questi anni collabora con suo figlio Armando nella composizione di brani musicali in dialetto abruzzese e musiche per banda. Il 18 aprile 2012 si spegne lasciando una grande eredità: oltre le opere già pubblicate, diversi romanzi, raccolte di poesie e di racconti inediti.


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