Vietato ai poeti guardare la luna

Splēn edizioni

Vietato ai poeti guardare la luna

di Francesca Grosso -2024

Editing e impaginazione: Francesca Grosso

Premio targa e Premio migliore copertina Narrativa edita 41a edizione del "Premio Città di Cava de’ Tirreni " anno 2025

In un mondo divenuto una sintesi grigia e spietata di codici, gli artisti, uno dopo l’altro, spariscono misteriosamente. La parola poetica è proibita e con essa ogni forma di espressione creativa. La comunicazione è destinata unicamente a un utilizzo funzionale e burocratico. L’arte non deve esistere e persino la luna, da sempre simbolo di ispirazione per molti poeti, viene oscurata.

Una donna di nome Elide, prigioniera dei codici e costretta dal Sistema di Quadratura a sbucciare mandarini sugli autobus per vivere, segue le tracce di un oscuro messaggio nella speranza di riuscire a fuggire.

In questo racconto distopico i testi diventano immagini e le immagini testo, creando con il lettore un gioco per individuare codici, poesie e citazioni. Un libro che sorprende a ogni pagina e invita al gioco e alla scoperta, oltre che alla riflessione.

Francesca Grosso è autrice sia del testo che delle illustrazioni del racconto.

 

L'Autrice

Francesca Grosso è nata e vive a Roma. Artista visiva, pittrice e musicista. È ideatrice del Calligramma-Artistico-Sociale e dei progetti artistici Duemila Voci. Studia e sperimenta, nell’arte visiva e nell’attività musicale e didattica, forme di unione sinestetica. Diplomata a pieni voti in Flauto Traverso al Conservatorio di Roma e perfezionata negli studi musicali, si laurea in Arte e Scienze dello Spettacolo (Università La Sapienza) con una tesi in Etnomusicologia dedicata al paesaggio sonoro della città di Roma, elaborando partiture informali e trattando i suoni della città come un’orchestra sinfonica. Predilige pennini e inchiostro per le opere di scrittura, l’acquerello e l’olio per le creazioni pittoriche. Esordisce con Splēn edizioni con questo racconto in cui il calligramma artistico si fonde con la narrativa.

Vietato ai poeti guardare la luna

La parola alla giuria

Il libro della scrittrice-illustratrice Francesca Grosso è edito per la Splēn edizioni, una piccola casa editrice catanese che si rivolge soprattutto ad un pubblico di giovani lettori. Agli adulti, invece, è rivolta la collana Caleidoscopi, per i cui tipi, pochi, ma ricercati nello stile e nel­le tematiche, è, appunto, uscito il suo libro. La collana, in particolare, secondo le parole dei suoi animatori e appassionati creatori, Surya e Giancarlo “prende il nome dal termine greco καλειδοσκοπεω, cioè “vedere bello”. Il caleidoscopio è uno strumento ottico che si serve di specchi e frammenti di vetro o plastica colorati per creare una molteplicità di strutture sim­metriche. Ruotando il caleidoscopio, le figure mutano e cambiano colore e forma, senza mai ripetersi. I libri della collana di narrativa – che raccoglie al suo interno romanzi e racconti – appaiono inizialmente frammentari e di difficile interpretazione. Pagina dopo pagina quelle pa­role prima indecifrabili si colorano, si animano e si incastrano perfettamente l’un l’altra dando vita a un quadro emotivo e artistico che appare e scompare per ricomparire nuovamente, sotto mutate forme, in un’altra pagina o in occasione di una seconda lettura”.

Le altre collane di questa variopinta e multiforme etichetta sono I Fulmini, dedicata ai giovani lettori che ripercorre le avventure di dèi ed eroi della mitologia e le imprese dei condottieri che hanno fatto la storia; I capodogli, rivolta ai ragazzi tra gli 11 e i 16 anni; Le biglie che, rappresentando un gioco dell’infanzia molto amato dai bambini, raccontano storie che, nella loro colorata semplicità, risultano divertenti e possono essere lette da sole o in compagnia; Le filastrocche per la precisione 365, una per ogni giorno dell’anno, che parlano di nomi e mestieri racchiuse in quattro coloratissimi volumi; Gli albi illustrati che raccontano storie talvolta divertenti, altre poetiche, altre ancora tratte dalla tradizione popolare con raffinate illu­strazioni d’autore e infine i Fuori collana che comprendono progetti di cui gli editori si sono innamorati a prescindere dal progetto editoriale e che non possono essere inclusi in nessuna categoria. Insomma una grande varietà di sguardi sul mondo e sulla gente che lo abita.

Il nome della casa editrice, ovviamente, è un omaggio all’opera baudelairiana, sostituendo però la parola francese spleen con quella greca “Splēn” dalla quale poi la prima è derivata. “Questo perché - secondo le parole dei fondatori della casa editrice - la prima collana (…) che abbiamo immaginato, cioè i “Caleidoscopi”, avrebbe dovuto raccogliere una narrativa per lettori adulti caratterizzata da un accento melanconico che avrebbe dovuto rappresentare il fil rouge delle opere in essa contenute nonostante le grandi differenze stilistiche, espressive e tematiche delle storie”.

Descrizione della copertina: È sempre interessante quando l’autore di un testo è anche l’illustratore della copertina (oltre alle bellissime illustrazioni interne). Pensiamo infatti, a titolo di esempio, ai libri di Matteo Bussola. La copertina è un gancio, un portale di accesso al testo e chi, allora, più dello scrittore o meglio dello scrittore-artista è in grado di tradurre in un’im­magine icastica il senso ultimo del testo? In particolare, lo stile di rappresentazione possiede una forza calligrafico-calligrammatica che con grande perizia nella gestione del bianco e del nero, del tratteggio e della scrittura ricostruisce l’immagine di un paesaggio urbano un po’ Kafka, un po’ Blade Runner/Brazil e un pò Sironi. A lenire tanto grigio, lo sfondo leggermente colorato con tenui velature di acquerello (azzurro, giallo, magenta, lilla) che in qualche modo prefigurano la fine di questo mondo distopico, in cui poeti e artisti sono banditi e “…persino la luna, da sempre simbolo di ispirazione per molti poeti, viene oscurata…”. Interessante e coraggiosa la scelta di nascondere e mimetizzare il titolo tra gli edifici tipografici, mentre, quello vero e proprio, assieme al nome dell’autrice, (un sans serif maiuscolo narrow) e il logo della casa editrice, vengono portati in quarta di copertina (in particolare per il titolo, un bastone regular, rivisitazione del Futura; per il logo, oltre al visual composto dall’omino e dal lampione, un graziato rielaborato nel gancio della “e”).

Come si diceva, il paesaggio urbano che caratterizza la copertina del volume si sviluppa non solo nella prima e quarta di copertina, ma si prolunga anche nelle rispettive bandelle, (con eccezione della costa), contribuendo ad un maggior respiro della composizione. Nella bandella posteriore (terza di copertina) leggermente al di sopra degli edifici, la scritta volutamente “graf­fita” “A MORTE I POETI”, quest’ultima parola cancellata e quindi maggiormente evidenziata.

Claudia Imbimbo

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