Blu Stanzessere

Ensemble

Blu Stanzessere

di Roberta Zanzonico -2019

Editing e impaginazione: Ensemble

Segnalazione della Giuria per il premio "Gelsomino D'Ambrosio" (migliore copertina) XXXVI edizione del "Premio Città di Cava de’ Tirreni " anno 2019

La parola alla Giuria

Il libro di Roberta Zanzonico è uscito nel 2019 per la collana Officina Ensemble. Piccola casa editrice, di origine romana, molto attiva sul versante della narrativa e della sperimentazione letteraria, è stata fondata da Matteo Chiavarone nel 2011 circa. Come questi afferma in un’intervista, essa nasce “dall’idea di portare in un progetto nuovo esperienze passate sia in ambito editoriale che culturale. Volevamo provare a fare qualcosa di nuovo, coniugando qualità e flessibilità puntando su una redazione e su autori carichi di entusiasmo”. E’ interessante il nome della casa editrice Ensemble, che indica la volontà di condivisione la stessa che anima l’intero progetto editoriale; come dichiara ancora Chiavarone: “crediamo che solo insieme, (ensemble, appunto) si può arrivare da qualche parte”. Numerose sono le collane della casa editrice e dai nomi evocativi, (Alter, Echos, Erranze, Essais, Galathea, ecc.) che comprendono narrativa, poesia, classici, libri per bambini (Pongo-Kids) e saggistica.
Come si diceva, “blu Stanzessere” è stato pubblicato nella collana Officina Ensemble, i cui volumi sono tutti caratterizzati da una sperimentazione linguistico-narrativa e da una sorta di filo conduttore, una sorta di fil non rouge, ma blu (vedi altri titoli come Blu di Giuseppe Settanni, Il filo blu di Federica Chiavari, ecc). L’autrice del volume in oggetto, Roberta Zanzonico è una giovane psichiatra e “blu Stanzessere” è il suo primo romanzo.
Descrizione della copertina: la copertina di “blu Stanzessere”, come e forse più degli altri volumi della collana, appare estremamente rarefatta, quasi eterea, della stessa materia di cui sono fatti i sogni, coerentemente con il testo onirico dell’autrice. Osserviamo il titolo: blu Stanzessere. Innanzitutto già appare particolare la scelta di scrivere la parola blu con la lettera iniziale minuscola. E’ una scelta in fin dei conti coerente, poichè invita ad entrare immediatamente nel corpo della scrittura, una scelta quasi intima, colloquiale, che fa da pendant al senso di apertura dell’immagine sottostante: su uno sfondo bianco assoluto, minimalista, accecante, in posizione centrale, un ritaglio, una porta, uno sguardo, una possibilità. Tanta essenzialità, tanto nitore, dal sapore Mediterraneo (la Zanzonico è di origine laziale, anche se attualmente vive negli Usa), trasborda da questa copertina spot. Al bianco si sovrappone il blu, un blu intenso che evoca, appunto, mari “nostri”, vicini e lontani allo stesso tempo, forse perduti per sempre, forse ancora da raggiungere, per cui quel ritaglio azzurro è solo una promessa, un’illusione, un miraggio. Quante cose evoca quel ritaglio di carta, evidenziato, in forma  di trompe l’oeil, dalla leggera ombreggiatura in basso a sinistra, che porta lo spazio tridimensionale ad irrompere sulla pagina, interrompendo così la percezione di una pagina altrimenti bidimensionale. Parlavamo del mare appena spiato attraverso lo spiraglio del taglio-porta, del mare appena intravisto, che qui vediamo rappresentato in modo quasi realistico, attraverso diverse sfumature, che dal basso oltremare virano verso l’alto, dal ceruleo fino all’azzurro chiaro. Osserviamo il titolo: blu Stanzessere. Esso appare intagliato nel piano bianco della copertina, come in una sorta di “maschera di ritaglio”; dietro il taglio, più intenso appare il “mare nostrum”, (il mare come memoria, il mare come coscienza e flusso di coscienza). Il titolo sembra un ricamo, un macramè, che, tipograficamente, ricorda un po’ il font Mistral, un po’ il font Brusk script, tranne per alcune varianti nelle esse e nella zeta. Il titolo è posto sul taglio alto della copertina, sorta di epigrafe di dantesca memoria, al di sopra del portale-ritaglio. Ancora più in alto, a sfiorare il titolo stesso, il nome dell’autrice, Roberta Zanzonico, questa volta in stile dichiaratamente tipografico, nel suo essenziale sans serif, probabilmente un Helvetica LT, tutto maiuscole. Interessante anche la scelta di un font dichiaratamente calligrafico per il titolo ed uno, invece, che può a pieno titolo considerarsi un’icona della tipografia novecentesca. In basso, lungo la mediana che funge da asse compositivo, fondamentalmente simmetrico, dell’impaginato, a lambire appena la leggera ombreggiatura del foglio-porta sul foglio-parete, il logo della casa editrice, un elegante quadrato color granata, dagli angoli smussati, nel quale trova posto l’immagine al tratto bianca, di un centauro-arciere. Questo schema compositivo lo ritroviamo, con qualche variante, in tutta la collana Officina Ensemble, in cui foto si alternano, in alcuni casi, come nel nostro, ad interventi grafici. Il dorso, col blu ceruleo, funge quasi da cesura con la quarta di copertina. Su di esso il solo cognome dell’autrice, in Helvetica LT, il titolo probabilmente in Gill sans, bold, così come, al piede, il solo nome della casa editrice. La quarta di copertina segue uno schema semplice, bianco, con la sinossi e una breve biografia dell’autrice, in Times new Roman, a blocco. Chiude l’impaginato, a sinistra il codice a barre ISBN con il prezzo di copertina e, a destra, l’indirizzo web, sempre in Gill sans.
Claudia Imbimbo


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