La parola alla Giuria
Il volume di Fabrizio Cavazzuti è edito dalla modenese Artestampa,
casa editrice a conduzione familiare fondata, cinquant’anni orsono, dal
litografo Dario Mazzieri, da sempre attenta e disponibile, cosa rara e
preziosa nel panorama dell’editoria nostrana, alle proposte di nuovi
autori. Tra questi, in realtà, non rientrerebbe Fabrizio Cavazzuti, già
attivo da tempo, (il suo esordio risale infatti al 2008, con Bloody
Helena), il cui noir, Che tu sia maledetto, ripropone, nel ruolo di
protagonista, Elvis Zanasi, della Zanasi Investigazioni, improbabile
detective della bassa pianura padana, in una rocambolesca avventura
agostana, tra zanzare, moscerini, pallottole e rapimenti.
Descrizione
della copertina: la copertina è semplice, ma efficace, perfettamente
funzionale ai contenuti rosso-nero lambrusco del romanzo. Sfondo nero,
da cui emerge, in alto a destra, in toni di grigio sfumato, come una
sorta di apparizione spettrale, il viso, tagliato a metà dalla pagina,
di una giovane donna con gli occhi chiusi (in realtà vediamo solo quello
sinistro), da cui scende una lacrima, nella quale si concentra tutta la
luce, che le riga il volto, fin quasi alla bocca, unico elemento
questa, oltre al titolo, colorato di un rosso intenso. A sinistra, in
alto, il logo della casa editrice, in bianco, che si staglia chiaramente
sul fondo nero. Allineato ad esso, un poco più in basso, il nome
dell’autore, sempre in bianco, in caratteri graziati bold. La parte
sottostante della copertina, è invece occupata dal titolo del romanzo,
il cui andamento potremmo definire ad epigrafe, ma che, in realtà, ha
più l’aspetto di una rozza e rabbiosa pittura murale, tipica di certo
horror vintage stile Universal, il cui pigmento rosso cadmio richiama,
naturalmente, più il sangue appena versato che il lambrusco DOC.
L’editing e l’impaginazione sono di Margherita Bai, la quale ha saputo
ben orchestrare, con semplicità e raffinatezza contrappuntistica, le
potenzialità del nero intenso dello sfondo, del rosso acceso del titolo e
del grigio sfumato del volto di donna. Tale contrasto è evidente anche
sulla dorso e sulla quarta di copertina (questa volta risolta col
semplice accordo nero-sfondo/bianco-sinossi), mentre sul frontespizio,
in nero su fondo bianco, il nome dell’autore in alto, il titolo del
libro uguale a quello della copertina, ma appena ombreggiato ed infine,
in basso, il logo dell’editore.
Claudia Imbimbo
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