I Buttasangue

Edizioni Artestampa

I Buttasangue

di Giovanni Iozzoli -2015

Editing e impaginazione: Mattia Scappini

Premio "Gelsomino D'Ambrosio" (migliore copertina) XXXII edizione del "Premio Città di Cava de’ Tirreni " anno 2015


La parola alla Giuria

Il volume di Giovanni Iozzoli è edito da ArteStampa, casa editrice a conduzione familiare, il cui fondatore, il litografo Dario Mazzieri, con passione e perizia artigianale dava vita cinquant’anni orsono, con particolare attenzione a: “…nuove forme e contenuti: l’arte, il disegno e la fotografia”, come recita la mission e che in questi ultimi anni ha ampliato il proprio campo di interessi, pubblicando romanzi di giovani autori. Tra questi rientra il volume di Iozzoli, non certo al suo esordio dopo il precedente  “I Terremotati” e socialmente impegnato, (è tra i fondatori di Officina ’99, nonché sindacalista), con una storia cruda, spietata ed allo stesso tempo sanguigna e non priva di sottile umorismo.
Descrizione della copertina: Interessante la copertina per il volume di Giovanni Iozzoli. Composizione sobria, minimale, quasi monocroma e di ambientazione urbana, con reminescenze di sironiana memoria. Essa rappresenta in primissimo piano di quinta a sinistra, un uomo, il protagonista forse, metonimicamente rappreso nel particolare della gamba inguainata in uno scarpone, sotto la cui suola è un uccello morto. Sullo sfondo, edifici come scatole ammassate di un’improbabile città industriale. La tecnica utilizzata è l’acquarello, tecnica sopraffina e tra tutte la più difficile, priva di ripensamenti e di correzioni, in un gioco di velature di grigi densi in alcuni punti e leggeri come veline in altri, a strutturare i volumi delle scatole-edifici, appena connotati da piccoli segni che ne definiscono le facciate. La chiave cromatica è tutta risolta in queste variazioni tonali le cui luci sono affidate con perizia tecnica al bianco del foglio ed alla sua grana, che viene prepotentemente fuori soprattutto nel vuoto dell’asfalto centrale su cui il grafico ha, saggiamente, inserito il titolo ed il nome dell’autore. Composizione perfettamente equilibrata e cinematograficamente definita (viene da pensare a certe inquadrature dal basso verso l’alto di Citizen Kane di Wells), attraverso l’utilizzo di quinta dello scarpone, peraltro “disturbato” digitalmente (uso di un filtro di Photoshop) ad evocare un impercettibile movimento, come una sorta di fremito esistenziale che poi agita l’intero romanzo. Connubio interessante questo, tra manuale (acquarello) e software digitale. Alla chiave cromatica di base, si oppone in basso il rosso granato e sgranato dell’uccello schiacciato sotto la suola, accordo cui rimanda anche il titolo e nel quale, assieme alla pozza di sangue, ottenuta, paradossalmente, con il bianco del foglio, si rapprende lo sguardo e l’intero senso del racconto di Iozzoli. Opera stilisticamente e compositivamente ben risolta quella di Mattia Scappini, l’autore dell’illustrazione della copertina, le cui capacità tecniche e la cui sensibilità cromatica ben si sposano alle inquietudini prima sociali e poi esistenziali di Iozzoli.
Claudia Imbimbo


Torna alle copertine premiate