Nerd senza macchia

Daniele Daccò

Nerd senza macchia

Descrizione

Da qualche parte nel mondo c'è una lavanderia misteriosa dove le grandi personalità di ogni epoca e luogo accorrono per avere i propri vestiti smacchiati. Dietro al bancone c'è Giulia, una ragazzina pigra e con poca voglia di studiare, e tutti questi intelligentoni che entrano dalla porta le sembrano ancora più noiosi dei secchioni che siedono al primo banco nella sua classe. Ma ecco che, racconto dopo racconto, Giulia scoprirà che ciascuno di questi celebri secchioni ha una storia straordinaria, tutta da scoprire: Nikola Tesla, inventore della corrente alternata, Ettore Fieramosca, arguto condottiero militare, Samantha Cristoforetti, astronauta, e tanti, tanti altri ancora. Scoprirà che i nerd non hanno per forza i capelli unti o problemi di peso. Le loro sono storie talmente eccezionali che Giulia decide di trascriverle tutte in un diario... proprio quello che avete tra le mani!

L'autore

Nerd senza macchia

Daniele Daccò, sceneggiatore e scrittore, autore di diversi libri e fumetti, è conosciuto nel web con il soprannome di “Rinoceronte”. È tra i fondatori del sito Orgoglio Nerd, seguito da 400.000 persone su Facebook.

La parola alla Giuria

Il libro di Daccò ha tutti i presupposti per diventare un bestseller per  “ragazzi di tutte le età”. Con l’originale espediente di una bambina annoiata, che sogna di veder entrare nella lavanderia di famiglia personaggi stra-ordinari, l’autore si sofferma sulle complesse personalità sottese ad ogni uomo o donna di successo. I fallimenti, le difficoltà a scuola, le incomprensioni, i litigi, la problematicità della vita familiare, la solitudine, possono diventare in una mente viva e geniale fattori di crisi, nell’accezione propria del termine, cioè di cambiamento, punto di svolta. In quella che potremmo definire anche simbolicamente “la lavanderia della Storia” - con la S maiuscola -  Daccò ci ricorda che una passione coltivata mette sempre radici: diventerà arbusto, pianta, albero, sequoia poco importa, andrà comunque a rafforzare la foresta di un’umanità creativa e visionaria. Da Nikola Tesla a Ettore Fieramosca, da Samantha Cristoforetti a Alda Merini: è una carrellata di ex fanciulli che sono diventati “i bambini che sognavano di essere”.
Concita De Luca

Leggi il primo capitolo

Introduzione di Daniele

Rubo un piccolo spazio a Giulia, che conoscerete fra poco, per dire qualche parola.
Sono bravo a riempire spazi, in particolare quelli dentro i vestiti.
Alcuni pensano sia questione di carisma, invece è solo di pancia.
Questo libro raccoglie i compiti della piccola Giulia, ma sono stato io a scegliere il titolo, se lo avete già scordato basta guardare sulla copertina.
Alcuni di voi quando sentono la parola "nerd" si stropicciano il naso, guardano da un'altra parte oppure si arrabbiano. Quando Sentite questa buffa parola forse Pensate a un ragazzino magro con gli occhiali e i capelli unti, come se ci fosse appena passata sopra una lumaca bavosa.
Un po' di ragione ce l'avete: tanto tempo fa quando ero piccolo, quando  i personaggi dei cartoni animati erano più alti e i Guerre Stellari erano solo tre,  se si pensava a un nerd veniva in mente quello.
In Italia erano chiamati “secchioni”, erano gli alunni sfortunati di una classe, quelli che venivano presi di mira dai Bulli, le loro scarpe venivano lanciate sui tetti oppure la loro merenda brutalmente divorata.
I nerd erano loro, eravamo noi.
Erano amanti di storia, di videogiochi e magari anche di dadi e figurine, immaginavano grandi storie fantastiche e si davano soprannomi strani, il mio era “Rinoceronte”.
Oggi il nerd è cambiato molto, almeno secondo me, proprio perché non veniamo più presi in giro (così tanto) la gente si è accorta che tutti siamo un pochino nerd dentro.
Ci sono nerd appassionati di auto, ci sono nerd appassionati di calcio, di cucina e perfino di balletto. Secondo me essere nerd significa avere una passione e non vergognarsi di essa, ma portarla avanti nonostante i bulli nonostante le merende rubate e gli scherzi.
Allora un nerd non è più solo quello che colleziona figurine, è qualcuno orgoglioso di quello che fa e di ciò che è.
Tuttavia non credo che qualcuno possa dire a qualcun altro se è nerd oppure no, è qualcosa che sai solo tu, come quella macchia di sugo che ti sei fatto di nascosto e subito hai coperto con il cappotto.
E allora cosa c'è da vergognarsi? Ok, forse della macchina di sugo un po', ma di certo non di essere nerd. Significa solamente che hai una passione e sei disposto a tutto pur di continuare a seguirla, ad essere te stesso e felice.
Ci sono pile di libri altissime, tutte utili e interessanti, ma molti di quei libri  parlano degli stessi uomini e delle stesse donne. Come se oltre loro non ci fosse stato nessuno.
In un'aula c'è il primo della classe, quello più veloce a ginnastica e sicuramente anche quello che ti fa ridere così tanto da farti uscire il latte dal naso a mensa. Però non ci sono solo loro, la classe è formata da tutti noi e nessuno deve essere dimenticato, avere una passione stramba o un talento buffo non fa di te una comparsa del mondo. Sei il protagonista di uno spettacolo del quale nessuno ha ancora parlato.
Devi solo prendere il tuo numero nella lavanderia e aspettare che qualcuno ti pulisca il costume pronto per andare in scena.

Se fra compiti di Giulia vedrete persone che secondo voi non hanno mai avuto gli occhiali e i capelli unti di lumaca, non preoccupatevi. Sono persone che stringo per le mani il numero di una lavanderia, con un sogno e con una passione, e tanto basta, per me, per essere nerd.
Ora vi lascio Giulia, Io vado a togliermi questa macchia di sugo dalla camicia!

Saluti, un Rinoceronte con gli Occhiali.



Introduzione di Giulia

Ecco, un altro risciacquo. Non lo sopporto, la ruota gira e gira e gira. Tanto valeva rimanere a scuola. Invece no, caro Diario, anche oggi devo passarlo con papà e la sua noiosa lavanderia. Mamma è al lavoro, come sempre, il suo lavoro segreto! Si deve divertire un mucchio per rientrare così tardi, invece io sono costretta a sedermi qui, su questo bancone freddo, come dal dottore, e guardare la gente strana che porta i vestiti a lavare.
Perché avranno così tanta paura delle macchie, dico io? Guardati tu, Diario, tu sei pieno di macchie di inchiostro, ma nessuno si lamenta. Anzi, sei l'unico mio piccolo sfogo, qui. Nella lavanderia di mio padre.
Ecco, un altro risciacquo ancora, il cestello gira, il mondo gira, per tutti, tranne che per me. Uffa.
Oggi ho provato a tenermi la penna in bilico sul naso: dopo un'ora credo di aver battuto ogni record. Poi ho fatto a chi ride per primo con la pianta finta che abbiamo in negozio, ha vinto lei. Ti rendi conto, caro Diario, che sono al limite? Due giorni fa stavo per fare i compiti. I compiti!
Detesto questa buffa lavanderia, detesto mio padre, detesto mia madre e quella stupida pianta nell'angolo, avrà barato di sicuro.
Una bambina non dovrebbe fare i compiti, non dovrebbe guardare stramboidi entrare e uscire da una porta girevole.
Sai cosa ha avuto il coraggio di dirmi mio padre, questa mattina? Mi ha detto, "Divertiti." A scuola, un palazzo costruito per non far divertire i bambini, così pieno di sbuffi e respironi che c'è più vento dentro che fuori. Pensa che mi diverta a scuola, lui. Così quanto torno crede anche che abbia riso e saltellato abbastanza, si liscia la barba, mi squadra e dice: "Fai i compiti, Giulia."
Diario, sai qual è la tragedia? La grandissima tragedia?
Che devo farne sul serio, tanti, altrimenti quest’estate mamma e papà mi butterano in lavatrice, rideranno e mi guarderanno girare e girare. Povera Giulia. Tutta pulita ma con gli occhi a girandola.
La maestra mi ha affibbiato una ricerca e lo ha fatto urlando: devo scrivere dei personaggi che incontro, parlare di gente interessante. Capisci la mia rabbia? Mi chiede l'impossibile, come trovare un numero nei cereali dell'alfabeto. Non si può.
La porta gira e entra un altro strano ometto, e mio padre comincia un chiacchiericcio stropicciato a più non posso. Sembrano quei secchioni del primo banco. Chiunque si addormenterebbe. La mia amica Monica dice sempre, ma solo durante l'intervallo in realtà altrimenti la maestra la sgrida, dice sempre che quando la situazione è così tragica c'è sempre un però.
C'è anche questa volta, tutti abbiamo un però. Il mio comincia così, caro Diario: "Però mia mamma ha detto che..."
Monica dice sempre che le mamme vanno ascoltate, Monica dice un sacco di cose furbe, quando può parlare.
Stavo dicendo: però mia mamma ha detto che, ogni tanto, dobbiamo provare ad ascoltare, anche se lei non ti ascolta quando tenti di indovinare la sua età, se ne va tutta indignata.
Deve essere un numero altissimo!
Però ho ascoltato il suo consiglio, così ho fatto, mi sono avvicinata con il mio quaderno a quegli strani ometti, a mio padre e al loro starnazzare e ho teso l'orecchio.
Beh, sai che non sono poi così male? Quella gente buffa arriva da ogni luogo, da ogni tempo, per farsi lavare i vestiti da papà. Deve essere proprio bravo a togliere le macchie, il mio papà.
Caro Diario, ho deciso. Passerò quest’estate a raccogliere strani ometti, come in un grande album di figurine. Farò anche dei disegni, almeno ci proverò, e poi vedremo se la noia da lavanderia tornerà al prossimo risciacquo...
Speriamo anche in un bel voto!

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