
Viviano Vannucci
Tanto non boccia nessuno!
Diego ha tredici anni. All’inizio
dell’anno scolastico decide di smettere di studiare perché è inutile. La scuola
promuove tutti: quelli che non si impegnano mai, i “furbi” che copiano i
compiti e anche i bulli come Brando, suo rivale e compagno di classe. Richiami,
brutti voti e note disciplinari servono solo a farlo sentire più forte e sicuro
di sé: “tanto non boccia nessuno” continua a ripetersi. Finché un insulto a una
prof gli procura una sospensione e la concreta minaccia della bocciatura.
Diego, allora, inizierà a comprendere la portata delle proprie azioni e dovrà
scegliere se mettersi a studiare o continuare la sfida alla scuola.
Una storia sulla difficoltà di crescere, di essere ascoltati e di
trovare punti fermi e modelli di vita.
L'Autore
Viviano Vannucci scrive da molti
anni: racconti, articoli per il quotidiano «Il Tirreno», sceneggiature,
soggetti cinematografici e soprattutto testi per il teatro. Dal 2000 fa parte
dell’Associazione Culturale Compagnia per l’Acquisto dell’Ottone per la quale
scrive e dirige spettacoli teatrali, tiene laboratori e corsi di teatro nelle
scuole, e corsi di teatro per adulti e per adolescenti.
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Prologo
1.
- Scrivi.
- Ma che
scrivo?
- Racconta
che cosa è successo, perché sei così…
- Così
come?
-
Arrabbiato? Che ne dici?
- Non so
scrivere.
- Non è
un tema.
- Non so
scrivere.
- Va
bene, allora prendi tutto e torna in classe. - La dottoressa Olivia si alza, si
mette la borsa in spalla e mi guarda. Lei è sicura di avere sempre ragione.
Come i prof.
- A chi scrivo?
- Vuoi
scrivere a qualcuno? - mi chiede sorpresa.
- Non lo
so!
- A tuo
padre?
- Nemmeno
morto.
- A tua
nonna?
- Lei ...
lei è morta davvero.
- Lo so,
però potrebbe sentirti lo stesso.
Non è una
cattiva idea, ma secondo me, se una nonna fosse in paradiso, non avrebbe certo
il tempo di leggere. Con tutte le cose divertenti che ci sono da fare lassù…
- Alla
professoressa Benedetti – dico allora.
- Sei
sicuro?
- Sì.
Sono arrabbiato con lei.
Olivia
piega la testa e mi guarda stupita.
- Sì, lo
sai, no? L’ho insultata di brutto e vorrei che capisse perché.
- Buona
idea.
- Sì, ma
che cosa le racconto?
- Le
parli di te, chi sei, come ti senti, cosa hai fatto…
-Tutte
queste cose?
- Certo.
- Ma non
è facile!
- Comincia
pure. Io sto qui in un angolo buona buona.
Si volta
e apre un quaderno.
Non ho
nessuna voglia di tornare in classe e sorbirmi un’ora di analisi logica. Per
questo prendo un foglio e scrivo.
2.
Prof, sono
Diego.
Quest’anno
sto facendo schifo, lo so.
Non studio,
rispondo male a tutti, mi comporto come un terrorista, però la colpa è anche
tua. Non solo tua cioè, di tutti i prof. Siete voi che mi fate diventare
cattivo.
Io fuori da qui sono diverso, ecco.
Mi piace giocare alla Play, trafficare al
computer e guardare la tivù quando in casa non ci sono le mie sorelle. Odio le verdure, le zanzare,
il mio naso a freccia e le ingiustizie. Preferisco Messi a Ronaldo e il rap al trap.
Vorrei fosse sempre estate e vorrei non dover fare i compiti. Mi piace stare
col nonno anche se finisce sempre che andiamo al cimitero a trovare la nonna.
Non vedo l’ora di arrivare a diciotto anni
per farmi un tatuaggio sul braccio destro, un cobra che partendo dal dorso
della mano gira intorno a tutto il braccio e arriva fino al bicipite.
Non
sopporto i bugiardi, i vigliacchi, i razzisti, gli juventini e anche le ragazze
non mi stanno sempre simpatiche. Perché frignano sempre e anche perché se una
mi piace non riesco a dire una parola.
Non
sopporto i padri che lasciano la moglie e i figli.
Non
sopporto le madri che dicono “Fai il bravo, ora che sei grande”, mentre le mie
sorelle possono fare tutto il casino che vogliono solo perché sono piccole. E
non sopporto gli adulti perché sono bugiardi.
Ho esagerato però non ti volevo offendere, anche se l’ho fatto.
Scusa.
La parola alla Giuria
Il senso, la
sintesi e la profondità di Tanto non boccia nessuno! di Viviano Vannucci
è nella frase del neurologo e pediatra del New York Medical College di Valhalla,
Martin L. Kutscher: “Il ragazzo che ha bisogno d’amore lo chiederà nei modi
meno amorevoli” citazione che a mo’ d’epigrafe apre il romanzo dello scrittore
pratese. Ma procediamo con ordine. Il romanzo di Vanncci è una lunga
divertente, briosa e intensissima storia di un’adolescenza. Un perfetto romanzo
d’iniziazione con precisi dosaggi, anche, di tematiche contemporanee che nel
entrano nel corpo vivo della narrazione senza mai appesantirla. La storia è
quella del tredicenne Diego che decide di non andare più a scuola perché
“inutile” e mandando alla malora un mondo (quello dell’educazione scolastica)
che non sa giudicare, che premia i bulli, che elogia il disimpegno e
soprattutto, tipico del mondo adulto, è sempre pronto a mentire. Il romanzo è
una piccola navigazione, un viaggio di iniziazione, un dialogo continuo dove si
mescolano gradualmente allegria e amarezza, paure e desideri di nuove scoperte.
Un romanzo importante questo di Vannucci, un romanzo con un disegno perfetto
dei personaggi (il Nonno, merita uno spazio a parte) e con un continuo
affondare la scrittura nel profondo dell’inquietudine giovanile non facendo
sociologismo e pedagogismo in chiave pop ma definendo una magnifica trama
letteraria capace di far ridere, far piangere, pensare… Insomma, una bella scoperta
il mondo di Diego che riesce davvero ad avvicinare differenti generazione e
dove nella voce del caos e delle contraddizioni (tipica di ogni adolescenza) si
nasconde un potente, inarrestabile, assoluto bisogno d’amore.
Alfonso Amendola